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Goodbye
Halberstadt
"La
moderna tastiera del piano ha sette tasti bianchi che
formano una scala diatonica e cinque tasti neri che formano
una scala pentatonica. Questa configurazione di tasti fu
utilizzata per la prima volta per l'organo della cattedrale
di Halberstadt, in Germania, nel 1361. Per questo motivo,
il nome formalmente corretto di questa configurazione di
tasti è tastiera di Halberstadt"
- Dal "Glossario dell'accordatura musicale" di X.J.Scott
Il motivo per presentare questa collezione di brani
musicali è di mostrare le mie capacità di pianista e
arrangiatore nel contesto del temperamento equabile
dell'ottava a 12 toni utilizzando una "tastiera di
Halberstadt".
Le mie esecuzioni sono state registrate via MIDI ed editate
fino a soddisfarmi completamente (un obbiettivo non facile
per un maniaco del controllo come me). Qualche volta
quantizzando un pò il tempo (sempre cercando di preservare
il carattere originale della esecuzione), altre volte
suonando seguendo un metronomo ma senza quantizzare, altre
volte suonando liberamente "rubato", a volte aggiungendo
alcune note che avevo mancato o togliendone alcune
sbagliate, a volte accelerando o rallentando il tempo e
comunque, in generale, utilizzando tutte le tecniche a
disposizione di uno stagionato "ingegnere" MIDI.
Il mio obbiettivo non è la presentazione di una esecuzione
perfetta (ma fasulla), ma quello di dare all'ascoltatore
l'opportunità di farsi un'idea dei miei gusti musicali.
Ovviamente, nelle altre pagine di questo sito è possibile
vedere (e sentire) molti altri lati della mia personalità
musicale ma io considero quella presentata qui una molto
intima. Il piano è stato il primo mezzo che ho avuto per
esprimermi musicalmente ed il mio primo "amore", in termini
musicali.
Non ritengo le mie esecuzioni memorabili ma eccellenti per
un pianista " non professionista" come me (se qualcuno mi
chiede quale strumento suoni rispondo, un pò riluttante:
"il piano" a poi aggiungo: "...tastiere, computer
eccetera").
Malgrado ciò, l'essere un "suonatore di tastiera di
Halberstadt" è una grossa parte della mia identità,
dell'immagine che ho di me stesso (credo di aver investito
più tempo suonando e studiando il piano che in qualsiasi
altra singola attività).
Cominciai a suonare le tastiere quando il mio fratello più
giovane ricevette un organetto per Natale. Lui lo abbandonò
nel giro di qualche settimana. I miei genitori vedendo che
avevo dimostrato un certo interesse mi mandarono a lezione
di piano (avevo 16 anni). Grazie Mamma e Babbo! Non si
trattava di un musicista classico ma era un buon insegnante
e imparai molto da lui (qualche anno dopo lui mi chiese di
insegnargli qualcosa su quegli strani rivolti degli accordi
usati dai jazzisti che avevo imparato da solo!).
Ho suonato "professionalmente" per alcuni anni in gruppi
pop e jazz nell'area della mia città natale, Firenze. Ho
insegnato piano a principianti e non, privatamente e in
scuole di musica. Poi arrivò il MIDI, frequentai il
Dipartimento di Musica Elettronica del Berklee College of
Music bi Boston. La tecnologia MIDI mi rese libero. Potevo
utilizzare altri mezzi per esprimermi, oltre le mie
capacità di pianista. Avevo precedentemente utilizzato la
tecnologia della registrazione multitraccia su nastro ma il
MIDI era tutta un'altra storia!
Cominciai a mettere in discussione la validità della
tastiera di Halberstadt, come interfaccia musicale, molti
anni dopo quando cominciai a studiare sistemi di
accordatura diversi dall'omnipresente temperamento equabile
dell'ottava a 12 toni. Appena cominciai a sperimentare con
più o meno di 12 divisioni dell'intervallo generatore
dell'accordatura (fosse questo un'ottava o qualsiasi altro
intervallo), la normale disposizione di 7 tasti bianchi e 5
neri cominciò a sembrare più un impaccio che un aiuto.
Scrivo tutto ciò perchè stò per addentrarmi in una nuova
dimensione musicale e prima di lasciare il sentiero battuto
volevo fermarmi un attimo per scattare un'istantanea del
mio essere musicale prima di questo tecnologico "salto nel
vuoto". Non che questa prossima avventura comporterà
l'abbandono del pianoforte ma stò cercando di distaccarmi
dall'immagine di "pianista" che creai molto tempo fa,
un'immagine rassicurante ma stancante e incompleta di me
stesso.
Lasciare un sentiero ben conosciuto per uno sconosciuto non
è mai semplice. Vi terrò informati!